Febbraio si stende davanti a noi come un vasto campo di probabilità ed imprevisti, un mese in cui l’inverno, qui, mostra ancora il suo volto severo, ma in certe giornate prova a cedere il passo alla primavera, o almeno io ci voglio credere. Seduta in poltrona, davanti al fuoco acceso, la grande apertura di Cassiopea si trasforma in un occhio che scruta l’infinito, e il cielo si rivela: intenso come il pensiero che si fa contemplazione, sempre, quando sono seduta qui. Oggi le sfumature di azzurri si mescolano e si perdono all’orizzonte.
Il silenzio in questi luoghi ha un sapore antico, quasi sacro; è interrotto solo dal fruscio del vento che gioca tra gli alberi e dal canto lontano di qualche uccello solitario. In questo momento, avvolta da una pace eterna, sento l’amore che mi circonda. Non è l’amore di un cuore innamorato, ma un amore più ampio, quell’amore che mi abbraccia, la tranquillità che mi avvolge come una copertina di lana, per la bellezza che si manifesta in ogni angolo di questo paesaggio.
Qui trovo rifugio, in questo spazio i miei pensieri possono vagare e i nostri sogni possono prendere forma.
In questo angolo di paradiso, l’immenso amore che sento si espande, abbracciando ogni pensiero fugace, ogni ricordo che riaffiora come un’onda gentile. La vita, in fondo, è un viaggio, e febbraio, con il suo cielo sereno, mi invita a riflettere su dove siamo stati e dove vogliamo andare con Aura.
Qui, nel cuore del Bosco di Montepiano, in questa cupola che mi protegge con la sua forma sacra, trovo la serenità e la forza necessaria per affrontare ciò che verrà. Cieli immensi e immenso amore: un equilibrio che riempie la mia anima, un invito a vivere ogni attimo con gratitudine e meraviglia.
Se non ci fossi tu Giuliano, tutto questo non potrebbe esistere…