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Non per gloria, ma per amore

Desideriamo la primavera, è lì, all’orizzonte, con il suo sorriso luminoso, i suoi fiori e i suoi colori che danzano nell’aria! Siamo in attesa, con il cuore palpitante, di quel giorno in cui si apriranno i germogli e i fiori sbocceranno su al Bosco, non sappiamo quando avverrà, sappiamo solo che la natura farà il suo corso e ci sorprenderà.

La primavera ha un richiamo irresistibile, eppure questo pensiero è una distrazione, dobbiamo essere attenti alle trappole dolci che ci allontanano dal momento presente.

Pertanto, oggi, visto che è ancora freddo, lavoriamo su Andromeda, nostra nuova e amata cupola, per preparala ad raccogliere i nostri spiriti affini.

Stiamo lavorando ad un luogo dove il cuore trovi la sua casa, il “ritmo maestro”.

Da qui intravediamo il Bosco, quel luogo magico dove gli alberi, antichi guardiani, si ergono maestosi alle nostre spalle; quando abbiamo un dubbio, ci perdiamo sempre nel loro abbraccio, nella loro ombra che danza, e affidiamo il nostro pensiero al vento.

Giuliano desidera le amache, sospese, tra gli alberi; talvolta lo guardo quando è immerso nei suoi pensieri, lo penso mentre si immagina sdraiato lì, con gli occhi chiusi, ascoltare il canto degli uccelli fondersi con il fruscio delle foglie.

In questi momenti sospesi, si fa strada nella mia mente la storia del mito di Andromeda, una saga che affonda le sue radici nelle profondità del cuore umano e nei capricci degli dei. Andromeda, fanciulla di bellezza fulgida come il giorno, figlia della regina Cassiopea e del re Cefeo, è destinata ad infausto destino. La superbia della madre, la cui vanità si ergeva come un monte, offese le Nereidi, ninfe marine, e così scatenò l’ira del potente Poseidone sulle terre e sugli uomini.

La misera Andromeda, incatenata a una scogliera, in attesa dell’inevitabile, ha il destino segnato dal sacrificio, l’unico modo per placare l’ira divina. Ma il fato ha riservato per lei un colpo di scena, un eroe, un giovane ardente di coraggio e di amore: Perseo.

Con il cuore colmo di ardore, egli si fece avanti e con l’aiuto degli dèi e della sua astuzia, combatté il mostro con la sua spada affilata e liberò Andromdeda imprigionata.

Ma il mito non si ferma qui, poiché le stelle stesse, osservatrici silenziose, celebrano ogni notte questo amore. Le costellazioni di Andromeda, Cassiopea e Perseo brillano nel firmamento, narrando questa storia a chiunque alzi lo sguardo verso il cielo notturno.

Andromeda è un simbolo di purezza e innocenza, incarna l’anima umana, intrappolata in una realtà materiale, mentre Perseo, con la sua forza e saggezza, rappresenta la coscienza che guida l’anima verso la liberazione. Il sacrificio di una figlia per il perdono della madre, un tema di redenzione che risuona attraverso i secoli, ricorda come l’amore possa spezzare le catene dell’oscurità.

In questa narrazione di amore e sacrificio, io, posso trovare una riflessione sull’esistenza: la lotta tra il destino e la libertà, la bellezza e la sofferenza, in un mondo dove l’amore è l’unica forza che mi può guidare oltre il buio. Così, la storia di Andromeda vive, eternamente, tra le stelle sopra di noi e nei cuori di chi continua a narrare il suo mito.

Mentre il pomeriggio si avvicina alla sua conclusione, un leggero vento inizia a sollevare le foglie, portando con sé il profumo della terra umida. Un segnale mi invita a riflettere, a pensare a ciò che ci attende oltre il bosco. In questo momento, circondati dalla bellezza di Andromeda, ci rendiamo conto che questo non è solo che un inizio. Un inizio di avventure, di scoperte e di legami che si intrecciano.

E mentre il sole comincia a calare, dipingendo il cielo di sfumature rosate, sento che la magia di Andromeda sta per rivelarsi. Un mistero che attende di essere svelato, una storia che attende di essere raccontata, e anche noi, protagonisti di questo racconto, siamo pronti ad abbracciare ciò che il destino ha in serbo.

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Marie Jenkins

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